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Ultimamente la discussione sugli strumenti per combattere le fake news, gli articoli dal contenuto completamente inventato, prodotti con il preciso scopo di guadagnare clic o di mettere in cattiva luce altri soggetti, ha raggiunto livelli mai visti prima.

Di recente sia Google (Fact checking: arriva il bollino di Google per le notizie verificate) che Facebook (Notizie false su Facebook: ecco come saranno combattute) hanno presentato alcune delle nuove misure che saranno messe in campo per contrastare il proliferare in Rete di notizie fasulle.

In un lungo post redatto da Ben Gomes, VP of Engineering per Google Search, l’ingegnere spiega che da quando è nato il motore di ricerca di Mountain View – nel mese di settembre 1997 – la sfida è sempre stata quella di mostrare, nei primi posti delle SERP (le pagine dei risultati mostrate in risposta a una qualunque interrogazione dell’utente), informazioni pertinenti e pagine con contenuti di qualità.

Gomes spiega che da sempre, con alterne fortune, si è cercato di ottimizzare gli algoritmi di ranking per favorire i siti di qualità e penalizzare le pagine che utilizzano contenuti scadenti (content farm) nel tentativo di apparire “interessanti” agli occhi del motore di ricerca, testi nascosti e altre pratiche ingannevoli.”Oggi, in un mondo in cui vengono pubblicate online decine di migliaia di pagine ogni minuto, ci sono nuovi metodi con cui le persone cercano di imbrogliare il sistema. Quello più visibile è il fenomeno delle “fake news”, per cui del contenuto presente sul web ha contribuito a diffondere informazioni palesemente ingannevoli, di scarsa qualità, offensive o completamente false“, scrive ancora Gomes.

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